Bargecchia
Proseguendo la strada che da Piano di Conca sale verso la collina si raggiunge Bargecchia. Dalle sue pendici verdeggianti si possono ammirare il Mar Tirreno e il lago di Massaciuccoli e - nelle giornate di bel tempo - è possibile intravedere anche l'isola di Capraia, l'Elba e la Gorgona.
Il suo nome sembra di origine celtica “Berg” che significa "altura sopra una palude".
Al centro del paese sorge la chiesa di San Martino, di origine romanica, all'interno della quale si possono osservare polittici del XIV e XV secolo, grandi quadri, marmi e argenti del 1500, interessanti opere lignee e pregevolissimi lampioni processionali del 1700.
Ma la vera particolarità si trova all'interno della torre campanaria.
Le quattro campane, di svariate dimensioni, furono consegnate al paese nel 1885.
Narrazioni
Si narra che il maestro Giacomo Puccini venisse spesso a Bargecchia per ascoltare la meravigliosa melodia delle campane, che fu riproposta fedelmente alla fine del primo atto della Tosca.
Da secoli le campane sono state il mezzo più veloce di comunicazione per le generazioni passate.
Sicuramente legate alla fede, ma sempre al servizio della gente. Le campane annunciavano i grandi eventi, l'inizio di una guerra, la sua fine, i pericoli, le invasioni, scandivano le ore e mettevano in allarme per la tempesta. A Bargecchia le campane sono sempre state suonate a braccia. Non è mai stata considerata l'idea di mettere dei motori per muoverle: mancherebbe l'anima a quel suono! E' una passione tramandata da generazioni e i campanari salgono sul campanile ancora oggi con lo stesso entusiasmo che animava quelli di 120 anni fa.
Il popolo di questa frazione è devoto al patrono San Ginese, mimo e attore romano, martire della fede, caduto sotto l'imperatore Diocleziano nel 303 d.C. Autorevoli storici raccontano che il culto di San Ginese ha sempre richiamato numerose folle di pellegrini, attratti dal “potere taumaturgico del santo”.
Eventi
24 e 25 agosto festa di San Ginese
Luglio: concerti legati alle campane di G. Puccini
Ottobre: "Sagra della Mondina e del quartuccio fritto"